Salute

La corsa contro l’aids si fa in bicicletta

Donati 200 velocipedi agli operatori che fanno assistenza domiciliare nei villaggi rurali del Bostwana

di Redazione

Sono state ideate appositamente per i terreni accidentati dell?Africa sahariana. Duecento biciclette sono state recentemente donate dalla Fondazione Bristol Myers Squibb al programma Christian Aids intervention e a un?associazione di volontariato per l?assistenza domiciliare in Botswana. Bike Town Africa è illustrata da Jennifer Burbea, direttore comunicazione di Bristol Myers Squibb. «Sono diventate il mezzo di trasporto degli operatori sanitari che fanno servizio domiciliare ai malati di Aids nei villaggi rurali attorno alle città di Gaborone e di Bobonong. In questo modo queste persone possono spostarsi in piena autonomia e soprattutto possono raggiungere villaggi in zone in cui non arrivano veicoli e ci sono solo sentieri. Sono mezzi che richiedono una scarsa manutenzione e, soprattutto, i loro pezzi di ricambio sono di comune uso in Africa».
Bike Town Africa va ad arricchire gli strumenti per la lotta all?Aids che la Fondazione Myers Squibb ha attivato con il programma Secure the future che riguarda diversi paesi dell?Africa subsahariana incluso il Botswana. John Damonti, presidente della Fondazione Bristol Myers Squibb, sostiene: «La sfida più importante in nell?Africa subsahariana è quella di raggiungere le persone sieropositive o affette da Aids che vivono in luoghi non raggiunti da mezzi di trasporto. Il regalo di una bicicletta agli operatori sanitari avrà un forte impatto sulla vita dei villaggi e aumenterà il numero delle persone che hanno accesso ai servizi sanitari vitali».

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